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RITRATTO DI SIGNORA 3 /27 MARZO

 

Dal 3 al 27 marzo

Antù SpazioTeatro OFF presenta

Ritratto di Signora

Una rassegna interamente dedicata all’universo femminile. Quattro donne, quattro icone dell’arte e della cultura nel mondo: Azar Nafisi, resa famosa dal suo best seller Leggere Lolita a Teheran, Alda Merini, con il suo Tormento delle figure, Frida Kahlo, con la profonda introspezione dei suoi autoritratti e Diane Arbus, con la forza evocatrice dei suoi scatti.

Quattro diversi percorsi artistici, lontani nel tempo e nello spazio, per un medesimo approdo: la delicata arte, tutta femminile, di saper coniugare identità e differenza.

Dal 3 al 27 marzo, quattro giovani attrici (Giulia Adami, Francesca Romana De Berardis, Cristina Giannatasio ed Elisa Pavolini) e tre giovani registi (Annalisa Biancofiore, Daniele Grassetti e Mario Schittzer) porteranno in scena ad Antù SpazioTeatro OFF studi e monologhi tratti dalle opere e dalla vita di queste eccezionali figure femminili.

Dal giovedì alla domenica. Ore 20:45. Biglietto singolo: € 8. Abbonamento ai quattro spettacoli: € 25.

Programmazione:

-Dal 3 al 6 marzo: “Lolita a Teheran: Omaggio ad Azar Nafisi” di Cristina Giannattasio e Mario Schittzer. Regia di Mario Schittzer, con Cristina Giannattasio.
-Dal 10 al 13 marzo: “en los brasos de su hermana: Omaggio a Frida Kahlo” di Giulia Adami. Regia di Annalisa Biancofiore, con Giulia Adami.
-Dal 17 al 20 marzo: “Il Tormento delle figure: Omaggio ad Alda Merini” di Elisa Pavolini. Regia di Mario Schittzer, con Elisa Pavolini.

-Dal 24 al 27 marzo: “Chi può dirmi chi sono? Omaggio a Diane Arbus” di Francesca De Berardis. Regia di Daniele Grassetti, con Francesca De Berardis, Daph Mereu, Marco Paparella.

Comunicati singoli spettacoli:

Dal 3 al 6 marzo

Lolita a Teheran

Omaggio ad Azar Nafisi

di Cristina Giannattasio e Mario Schittzer. Regia di Mario Schittzer, con Cristina Giannattasio.

“Un giorno di primavera mi accorsi di non esistere”. Così Azar Nafisi descrive la sua condizione di insegnante e di donna nella Repubblica Islamica dell’Iran.

In un regime che costringe le donne a diventare sue complici, a compiacersi del proprio corpo mortificato, giocare a non esistere è l’unica strategia di sopravvivenza.

Niente rimane fuori dal velo se non una ciocca di capelli. Ribelle come Lolita.

Lo spettacolo, liberamente ispirato al romanzo autobiografico della Nafisi “Leggere Lolita a Teheran”, racconta con eleganza lo sconosciuto mondo del “sottovelo”, fatto di colori e sorrisi, di piccole e grandi gioie quotidiane. “Dobbiamo ringraziare la Repubblica Islamica dell’Iran di averci trasformato in oggetti del desiderio tutte le cose che davamo prima per scontate”.

Dal 10 al 13 marzo

En los brasos de su hermana

Omaggio a Frida Kahlo

di Giulia Adami. Regia di Annalisa Biancofiore, con Giulia Adami.
“Niente vale più della risata e del disprezzo. È necessario ridere e abbandonarsi. Essere crudeli e leggeri”. Così Frida Kahlo, semplicemente, esorcizza il dolore e i suoi effetti irreparabili. Un’esuberanza lontana dall’immagine di sfinge ieratica tramandata nei suoi dipinti.

In scena un omaggio alla pittrice, ai colori accesi del suo autoritratto più intimo, nel più lungo istante della sua vita. Il doppio tradimento, attraverso gli occhi di sua sorella.

Dal 17 al 20 marzo

Il Tormento delle figure

Omaggio ad Alda Merini

di Elisa Pavolini. Regia di Mario Schittzer, con Elisa Pavolini

Una vita ricca e dolorosa, nella quale hanno trovato spazio l’arte, il manicomio, la follia, la scrittura, la depressione. Ha vissuto e goduto fino in fondo, con la leggerezza e l’ironia di chi sa di potersi rifugiare, sempre, nella poesia. “Trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo”. Ha assaporato il gusto dell’esistenza, leccando il dolore e la gioia, il diprezzo e la fatica. Per questo, forse, è così capace di parlare d’Amore.

Il breve racconto “Il tormento delle figure” è un viaggio che attraversa l’anima; un flusso di coscienza poetico e razionale, logico e disarmante, che ci conduce fra gli amori, veri o presunti, della poetessa. Forse di ognuno di noi.

Dal 24 al 27 marzo

Chi può dirmi chi sono?

Omaggio a Diane Arbus

di Francesca De Berardis. Regia di Daniele Grassetti, con Francesca De Berardis, Daph Mereu, Marco Paparella.

“Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici.”Diane Arbus.

L’esigenza di questo studio nasce dal desiderio d’esplorare il mondo che emerge dagli scatti della Arbus. Un mondo fatto di realtà differenti ai confini della società.

È uno studio sul contatto con l'altro, il diverso, per poter arrivare in qualche modo al nucleo oscuro e nascosto che ognuno di noi ha nel profondo.

Più che la vita di questa donna eclettica e fragile, andremo a esplorare l'eredità che in qualche modo ci ha lasciato. I motivi di una ricerca umana e artistica che accomuna tutti noi. “Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto. Mi metto a posto io.”

Antù SpazioTeatro OFF, via Libetta 15/c. Dal giovedì alla domenica. Ore 20:45. Biglietto singolo: € 8. Abbonamento ai quattro spettacoli: € 25.

Per maggiori informazioni:

Tel: 0681107625  Sito: www.antu.it

RICORDO DI CARLO LIZZANI ALLA GARBATELLA

 

Ricordo di Carlo Lizzani

Ad un mese dalla tragica morte di Carlo Lizzani, l’associazione culturale “Cara Garbatella” organizza martedì 5 novembre alle ore 18,00, nella storica sede della “Villetta”di via Passino 26, una celebrazione per ricordare la figura dell’ultimo regista del neorealismo italiano, un intellettuale, documentarista e scrittore, che fu anche un combattente della Resistenza romana nei Gap centrali.
All’iniziativa saranno presenti il figlio Francesco, il regista Giuliano Montaldo, il giornalista Enzo Natta, il prof.Marco Maria Gazzano, docente di Cinema all’Università Roma 3 e Franco Mariotti, del sindacato giornalisti cinematografici.
Al dibattito con gli ospiti seguirà una cena e la proiezione di “Achtung Banditi”, il primo film di Carlo Lizzani prodotto nel 1951 grazie ad una sottoscrizione popolare.


Alla Villetta della Garbatella

RICCARDO BOTTONI TEAMBOXE ROMA11

 

(AGENPARL) - Roma, 03 nov - "Dopo i primi due titoli italiani di pugilato femminile conquistati da Sabrina Marconi e da Altea Ciminiello arriva la terza affermazione per la Team Boxe Roma XI: Riccardo Bottoni è diventato campione italiano nella categoria 48 Kg" . Lo dichiara Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma XI “Come le altre due campionesse è cresciuto sportivamente alla palestra popolare della Montagnola, nata e consolidata grazie agli sforzi degli instancabili Italo Mattioli e Luigi Ascani. E non è ancora finita. Tra qualche settimana cercheranno di conquistare il titolo italiano anche Mattia Faraoni (categoria 69kg), Guido Vianello (categoria oltre 91 Kg ) e Luca Puleo (categoria 64 kg.). In tantissimi, del territorio e non, frequentano uno spazio che mantiene tariffe accessibili ed accoglie, significativamente in forma gratuita, numerosi giovani con difficoltà, ricoprendo una preziosa e insostituibile funzione sociale per i nostri quartieri. Da tre anni la Team Boxe si classifica ai primi posti regionali per risultati ed ai vertici delle graduatorie nazionali" conclude Catarci.

RECITAL IN DIFESA DEL CTO GARBATELLA

Recital per il CTO. In difesa della sanità pubblica

Garbatella. Ore 18, Auditorium CTO Via S. Nemesio 21


ROMA - Mercoledì 16 Gennaio giornata di mobilitazione difesa della sanità pubblica e del CTO di Garbatella.
Parteciperanno Erri De Luca, il Collettivo teatrale “Pedigri”, Michele Baronio, Carmen Iovine, Tamara Bartolini, Emilio Stella, Voci nel Deserto, Elio Germano,  Adriano Bono,  Ulderico Pesce.
“La rete sociale dell’XI Municipio e l’Assemblea Permanente del CTO organizzano un’iniziativa pubblica presso l’auditorium dell’Ospedale CTO. Lo facciamo perché l’ospedale del nostro territorio è a rischio chiusura, come molti altri in tutta Roma; infatti la devastazione della sanità pubblica, il saccheggio dei suoi fondi e la riduzione a terreno per fare soldi ha dato i suoi frutti: chiusura di uno degli ospedali storici e totalmente pubblici della nostra città. Si preannuncia l’ennesima sottrazione di servizi, garanzie e diritti. Per questo abbiamo pensato ad un’iniziativa pubblica che unisca interventi artistici al racconto di quello che accade. Perché riguarda tutti/e  perché vorremo vedere invece tutelato questo ospedale, come gli altri, perché rappresenta la tutela della nostra salute in questo territorio, perché rappresenta il posto di lavoro di decine di operatori sanitari, perché rappresenta un diritto che non si può o vogliamo comprare, ma che deve essere garantito. Come altri beni e servizi vogliamo che siano cosa pubblica, con una gestione aperta all’intelligenze e alle relazioni del territorio, consapevoli di come siano una ricchezza sociale per tutti/e noi e, per questo, le vogliamo tenere lontane dai tagli per pagare i debiti fatti per speculare e fare profitti”.

RASCEL CANTA RASCEL

28 Ottobre 2011
Rascel canta Rascel
Tipologia: Concerto

Spettacolo nell'ambito di Roma in Scena

Con lo spettacolo “Rascel canta Rascel”, interpretato dal figlio Cesare Rascel, rivivono sul palcoscenico famosi sketch e numeri musicali, e saranno riproposte canzoni come “Romantica”, “Te voglio bene tanto tanto”, “E’ arrivata la bufera’ e la splendida “Arrivederci Roma”. Durante lo show, tra una pausa e l’altra sono anche proiettati dei preziosi contributi video. E così lo spettacolo diventa l’occasione non solo per riscoprire Rascel, ma anche un pezzo d’Italia televisiva che non c’è più.

Renato Rascel, (1912- 1991) è stato uno dei monumenti del teatro leggero italiano. Nella sua lunghissima carriera, ha spaziato dall’avanspettacolo alla rivista, dalla commedia musicale, all’intrattenimento televisivo e radiofonico, coprendo in pratica tutti gli spazi che lo spettacolo ha mutevolmente occupato nell’arco di quasi un secolo.
All’estero, poi, è considerato uno degli artisti italiani di maggior rilievo.

A cura dell’Associazione Passaggio a Nord Est Onlus

Orario

ore 21.00
La biglietteria apre mezz'ora prima dell'inizio dello spettacolo

Biglietto d'ingresso

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili
Prenotazione consigliata allo 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00

Gratuito
Informazioni

060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00
Prenotazione consigliata

RAJ ALLA STRADA GARBATELLA

“La Strada in Jazz”: nuove atmosfere jazz con il trio Rabbia-Alulli-Jasevoli

Nuove atmosfere jazz nello storico quartiere romano Garbatella con la seconda edizione della rassegna LA STRADA IN JAZZ presso il centro sociale LA STRADA: giovedì 3 maggio alle ore 22, il RAJ TRIO – Antonio Jasevoli (chitarra), Michele Rabbia (batteria) e Marcello Allulli (sax) – torna a presentare nella Capitale l’album omonimo inciso nel 2010 con l’etichetta Parco della Musica Records, esplorando e promuovendo un luogo non convenzionale dove vivere esperienze multiartistiche e incontrare i musicisti di punta dell’attuale panorama jazzistico italiano.
I tre componenti del trio, dotati di caratteristiche forti e allo stesso tempo molto divergenti, si incontrano in un terreno comune, nel quale le peculiarità personali si intrecciano grazie al comune utilizzo dell'elettronica, elemento fondante di questo progetto.
Appuntamento al CSOA LA STRADA di Via Passino 24: dalle ore 18 aperitivi “Blue Note” in vinile, reading, video e mostre di pittura.

QUATTRO COPPIE SU DIECI...

Quattro coppie su dieci dicheno addio ar sesso


“Arvà”. Me dice Franco “er Pacoccia”. “Me sò vergognato come ‘n ladro! Perchéèè? Perché ho
letto su li giornali che er maschio latino è finito! Nun c’è più! A Roma poi puro peggio! Pare che
li studiosi hanno fatto ‘na statistica, andove se dice che su circa 400 Cartelle Criniche dè
pazienti, tra li 17 e li 70 anni, s’è scoperto, inzomma…nun sò manco come dittelo, che a letto
stì maschi sò ‘na risata o addirittura nun sò gnente! Ma nun ce posso arivà a crede! Pare puro,
da ‘o stesso studio, che 4 coppie su 10 hanno ammollato li rapporti sessuali. Ma andò vivemo!
Ma poi, tanto pè peggiorà ‘a situazione, ma ce lo sai che semo solo li terzi ner monno? Avemio
preso ‘a medaja dè bronzo dopo li Brasiliani e li Spagnoli! Ma poi, a parte ‘e coppie che è già
grave. Quello che m’ha ‘mbufalito è che la maggioranza sò li maschi che sò li corpevoli più
corpevoli de stò fatto rognoso! Ommini dè 20/50 anni che scappeno davanti a ‘na bella
sgnacchera! Ma poi c’è sò de le cose che nun me quadreno…per esempio: arcuni maschi
fanno sesso solo si ce stanno ‘cose turche’ tipo li travestimenti, oppuro: si se ponno dì ‘n po’
dè parolacce prima ‘der fatto’…eppoi, se fanno li firmati cò li telefonini e li metteno su
Youtubbe! Poi li rivedeno pè eccitasse”. Provo a dì:“’a Pacò posso parlà? Pari er Tevere ‘n
piena! Chiudi ‘n’attimo ‘a bocca che sinnò te se geleno li denti. Allora. Domanna: ma a te dè
tutto questo che te frega?”. “A me? A me Romano e Garbatellese? A me me frega eccome! Me
frega perchè me vergogno! Io che me sò sentito maschio pè ‘na vita e me ce sento ancora!
Arvà. Quanno che noi due e l’amichi nostri ciavevamo 18/20 anni, nun è che ‘e donne ‘e
rimediavamo facirmente! Ma vattene, va! Nun ce usciveno cò noi! Pè fortuna ner gruppo nostro
c’era Fausto er pelato, t’ho ricordi Arva? L’amico che era ‘n po’ più granne de noi che, si
t’aricordi, lavorava drento a ‘n grosso Arbergo a via Veneto e sapeva tre lingue + l’Itagliano.
Noi annavamo dè fora all’Arbergo andò lavorava e quanno lui ce faceva ‘n segno, tutti inzieme
aspettavamo li purmann che uscivano e portaveno ‘e ‘strengia’, come se dice? ‘E ‘strenger’…
‘e straniere inzomma, a Funtan dè Trevi, ar Colosseo ecc. E noi j’annavamo appresso cò ‘e
vespette e le lambrette. E le strengia cò noi ce veniveno perché ce consideraveno “maschi
latini”; cioè “gajardi e tosti”. Cò noi veniveno ‘a pomicià dapertutto. E mò devo da legge che li
maschi romani sò abbioccati, stanchi…sò depressi…sò sfiniti! ‘A verità è che sò mezzecartucce
sò! Ma vaffanculo và! Ma dè che aho? Io mannaggia…è mejo che me stò zitto è mejo, che
a me stè cose me fanno venì ‘e fregne!”. “A Pacò. Ma sò cambiati li tempi…c’hai detto ‘n’attimo
fa? Hai detto ‘che cò noi ce venivano perché ce consideravano maschi latini’. O no? Adesso,
Pacò, sò puro ’e femmine che danno ‘a caccia a li maschi. E femmine sò diventate più
aggressive. E’ finito er tempo dè ‘o ma dai o scegni’. Mo è a te, che si nun te dai da fa, te
fanno scegne. Rennete conto. Stamo ner 2012 mica ner 1955! Penza Pacò. Tu esci. Vedi ‘na
bella gnocca e je fai “a bella pupa che fai stasera? Sei libbera? Volemo annà a ballà? Volemo
annà ar Cinema?”. Quela se gira e te dice: “aho! Ma nun ciai mejo da propone? Ma nun te
tira? Ma Mamma nun t’ha detto gnente? Ma tu Madre nun t’ha spiegato ancora si come se fà?
E svejete! Te lò domanno io: aho! Che fai stasera? Dormi? O sei rincojonito? Ce fai o ce sei?
Sei stupido de tuo o hai studiato pè diventa stupido così?”. E a la fine te dicheno puro: “si me
dichi de sciacquà a sella che stasera se cavarca forse s’encontramo! Sinnò mica ciò tempo da
perde cò te!” A Pacò, mica je poi chiede che fai stasera? Annamo ar Cinema? Te considereno
antico! Queste parleno ‘n linguaggio puro difficile! Tipo: “io vivo interfacciata pè interaggì cò te
e approcciatte. Vòi fa cò me n’esterna?”. Eppoi a Pacò, dimesela tutta. Ciavemo n’età! Si
ancora t’aricordi l’anni ’50 e le ‘strengia’, sei arivato! E noi due semo arivati! Si. Quarche tarda
‘a rimediamo sempre. Ma tutto lì! Ma che te metti a chiede ‘che fai stasera!’. A Pacò, je
dovressi da chiede: “aho ce l’hai appresso er Viagra? Che io m’ò sò scordato a casa…”.


Alvaro Cardarelli

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