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TROFEO ASTRO CHIESOLETTA GARBATELLA

Calendario andata

I° giornata sab 27 ott 12 risultato
14.30 Rione Garbatella Cavese 3 4
15.30 Vecchi ragazzi Nartra categoria 6 7
16.30 Carbonara boys O. al Ginocchio 4 4
RIPOSA: Happypotami
II° giornata sab 10 nov 12 risultato
14.30 Rione Garbatella Nartra categoria 4 5
15.30 Cavese O. al Ginocchio 6 1
16.30 Carbonara boys Happypotami 5 3
RIPOSA: Vecchi Ragazzi
III° giornata sab 17 nov 12 risultato
14.30 Happypotami O. al Ginocchio
15.30 Carbonara boys Rione Garbatella
16.30 Vecchi ragazzi Cavese
RIPOSA: Nartra categoria
IV° giornata sab 24 nov 12 risultato
14.30 Cavese Carbonara boys
15.30 O. al ginocchio Vecchi ragazzi
16.30 Nartra categoria Happypotami
RIPOSA: Rione Garbatella
V° giornata sab 1 dic 12 risultato
14.30 Vecchi ragazzi Carbonara boys
15.30 Happypotami Rione Garbatella
16.30 Nartra categoria Cavese
RIPOSA: O. al ginocchio
VI° giornata sab 15 dic 12 risultato
14.30 O. al ginocchio Nartra categoria
15.30 Cavese Happypotami
16.30 Rione Garbatella Vecchi ragazzi
RIPOSA: Carbonara Boys
VII° giornata sab 12 gen 13 risultato
14.30 Happypotami Vecchi ragazzi
15.30 Nartra categoria Carbonara boys
16.30 O. al ginocchio Rione Garbatella
RIPOSA: Cavese

DA DOVE E QUANDO NASCE L'IDEA DELL'A.S.T.R.O.

Era stato P. Melani, sempre originale quando si tratta di interpretare qualcosa di S. Filippo, a trovare un nome adatto al nascente gruppo sportivo dell’Oratorio.

Associazione Sportiva Tra Ragazzi Oratorio: A.S.T.R.O. con la stella ad 8 punte di S. Filippo sul gagliardetto verde.

La cosa piaceva e la bandiera venne inaugurata sul campo di S. Paolo, ma i nemici, con la tipica sboccata prontezza romanesca, colsero subito un altro aspetto e, con un bell’accento sull’ultima vocale, espressero il loro pensiero. Da allora ogni tanto riaffiora: in una finale di cartello, il dirigente Mustafà organizzò il coro dei sostenitori dell’Under.

Metà ritmava Astro con l’accento sulla O, dall’altra parte un altro gruppo aggiungeva ‘nzi. L’effetto era notevole e, alle sue rimostranze, P. Guido sentì rispondere: “E che male fanno? Mò manco se po’ dì ?nzi?” Un “vai fuori dall’Oratorio” concluse la faccenda. La vita dell’associazione ebbe un bello sviluppo sotto la guida iniziale del Sor Costantino, del Sor Tonino e del Sor Morsucci che badavano molto all’educazione. P. Melani ebbe delle belle soddisfazioni.

Ne è un bell’esempio questo impegno firmato dai dirigenti:  “… ci rendiamo conto che l’attività sportiva, nell’Oratorio, è un mezzo e non un fine e che pertanto essa è subordinata ad alcuni principi educativi dai quali non si può transigere come ad es. considerazioni sulle capacità di un’atleta, condizioni di classifica, etc. non possono avere assolutamente la preminenza su di un provvedimento reso necessario dal contegno manchevole . Nel guidare i ragazzi a noi affidati conveniamo sia necessario educarli ad uno spirito di sacrificio nel saper dare il loro contributo, evitare di esigere solamente: alla piena libertà che l’A.S.T.R.O. concede ai suoi atleti deve corrispondere una totale assenza di qualsiasi incentivo di carattere economico (premi partita, etc.).

Perché lo sport nell’A.S.T.R.O. deve rimanere tale. Altrove il tipico ragazzetto che si iscrive ad una “leva” della società, trova tecnica ed allenatori che insegnano e selezionano in vista del successo della squadra. Ed è la legge della jungla. Chi è inferiore soccombe. Le squadrette dell’Oratorio devono essere spontanee, liberamente formate da ragazzi, tutti han diritto (con turno) di giocare, non si può espellere nessuno una volta accettato. Non è facile imporre tali assurdi, ma il Sacerdote sa che là, in un interesse vivo, attende il Vangelo. Torneo “Microbi”. Una squadretta che lotta per il primato, la classica riservetta che deve sempre stare in panchina.

Un pomeriggio il bambino, mezz’ora prima della partita, è già vestito con la divisa e fa i giri per “scaldarsi”. “Come mai giochi oggi?”. Il bambino solleva il volto: “Du’ so’ malati, uno ha dovuto annà via, me ha detto er capitano che devo giocà”. Pochi minuti prima dell’inizio la tragedia. Le squadre attendono con ansia sotto il portico che termini la partita precedente, quando col fiatone arriva “quello che aveva dovuto andar via”: “So’ qua! La mamma m’ha lasciato venì!”. Un urlo e al mucchio: è uno dei migliori. “ Tu rivestiti, gioca lui! ”. Nessuna pietà: è una partita decisiva.

Il Sacerdote si muove verso lo spogliatoio, deciso ad intervenire. Ma non è necessario. Il nuovo arrivato in spogliatoio getta una scarpa di qua ed una di là, per cambiarsi rapidamente e si siede per allacciarsi gli scarpini. Solo allora si accorge della riserva, che seduta, piange silenziosamente. E’ un momento, poi la vittoria: “Giochi tu oggi”. Non fu facile convincere i compagni.
P. Guido non guardava la partita, ma il volto del ragazzetto che dal bordo del campo, seguiva la partita con gli atteggiamenti tipici, inconsapevolmente, del tifoso che soffre per la squadra, e pensava che un atto del genere, val ben più di un bel voto sulla pagella. Nel secondo tempo la riserva, spontaneamente, cedette il posto, gioiosa per l’esperienza (e la squadra vinse).  Altre volte la mafia, come in questo biglietto:  “Atturà, ce dispiace ma non puoi giocà. Non andare a piangere da P. Guido o Figliolia, che per colpa loro non dovrebbero giocare un tempo-due dei più forti perché a tanti gli abbiamo fatto dire di no per far giocare Grifoni e Passi. E questi sono mille volte più forti di te. Se tu insisti di giocare sei un vigliacco perché la vergogna cade su tutti noi e sai che a noi non piace.  Firma: la squadra” .

Oggi è passato il tempo delle belle “repubbliche autonome” che caratterizzavano la vita del quartiere. Ciascuna di esse poteva contare su una cinquantina di giovanissimi (maschi e femmine) di varia età, che crescevano insieme sotto casa, costruendo inavvertitamente una autentica comunità: Le partite richiamavano i cortei di simpatizzanti con cartelli, striscioni, bidoni etc. La denatalità ha passato un colpo di spugna su questo mondo paesano, ben più vivo dell’attuale anonimato. Oggi per lo più le squadrette trovano nella comunità di classe l’elemento di aggregazione. Tuttavia lo sport nell’Oratorio è sempre sport nel senso più vero. “Le più belle partite le ho giocate qui”: frase tante volte sentita. Ed anche Agostino Di Bartolomei, che qui cominciò a 11 anni la sua carriera, lo ricorda:

…non sa, caro Padre, con quanta gioia ricordi i momenti passati alla “Chiesoletta” e con quanta cura tenga da parte le foto ed il trofeo A.S.T.R.O. vinto partecipando ai numerosi tornei da Lei organizzati …

… per me e per tanti ragazzi della Garbatella, Tormarancia, piazza dei Navigatori, che ancora oggi escono uomini da quella scuola di vita che è l’Oratorio S. Filippo Neri …

Agostino


Fonte http://www.chiesoletta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=14:sezione-astro&catid=8&Itemid=110

Ultima modifica ilLunedì, 08 Febbraio 2016 17:10
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