26 - 29 gennaio 2012
Palladium
h 20.30 | Dom h 17.00
Da € 15 a € 10
Bestiale Improvviso_sovrapposizione di statoè l’ultima tappa del progetto indagine iniziato nel 2009 con Framerate 0 e maturato attraverso due esperimenti, tre ipotesi e Bestiale Improvviso presentato al Romaeuropa 2010. Il collettivo romano offre un’esperienza percettiva giocata tra soggettività e oggettività di corpi-materia generatori di energia altra.
Anna Lea Antolini: Bestiale Improvviso_sovrapposizione di stato è il risultato di quale riflessione?
Santasangre: Come in Bestiale Improvviso ci riferiamo alla trasformazione della materia per applicazione di un’energia, quellanucleare nel suo possibile rapporto tra arte e scienza. Qui aggiungiamo un elemento d’indagine. Ecco allora le questioni della nostra ricerca: se tornassimo al processo di Bestiale Improvviso e modificassimo anche solo un avvenimento, quale sarebbe nella realtà il suo esito? Può un determinato cambiamento riscrivere il concatenamento degli eventi provocando un risultato differente dal precedente senza alterarne il fine? Il punto èdi far emergere una realtà ipotetica, separata dalla nostra ma coesistente a essa, di far esistere Bestiale Improvviso nella sua sovrapposizione di stato, nel suoalter ego.
AA: Che cosa intendete con sovrapposizione di stato?
S: Nella meccanica quantistica lo stato di un sistema non è unico e determinato, ma è contemporaneamente la sovrapposizione di tutti gli stati possibili per quel sistema. In questo senso consideriamo i due Bestiale Improvviso come due stati dello stesso sistema, attivi in una dimensione di equivalenza e alterità.
AA: I vostri allestimenti tecnici sono struttura drammaturgica. Riproponete un elemento chiave, ce ne potete parlare?
S: Torna a chiudere quest’ arco progettuale il ghiaccio di Framerate 0. Il ghiaccio, presente in scena così come in natura, è esemplare nel nostro campo d’indagine come esito di una trasformazione di materia per applicazione di un’energia e come fenomeno naturale di fronte al quale l’uomo, perso nella meraviglia, si confronta con il proprio essere finito. Il ghiaccio ci permette di rinnovare i confini della relazione tra uomo e natura, spesso compromessi: pensiamo all’energia nucleare che è forza generatrice lì dove può verificarsi naturalmente e forza distruttrice lì dove è indotta dall’uomo.
Santasangre è un progetto di ricerca artistica che nasce a Roma alla fine del 2001. Espressione di un collettivo eterogeneo per formazione e personalità, i Santasangre iniziano il loro percorso con la volontà di indagare la frattura che esiste oltre il linguaggio definito.
ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo partitura ed elaborazione del suono Dario Salvagnini progetto ed elaborazione video Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci con Teodora Castellucci, Cristina Rizzo, Roberta Zanardo coreografia in collaborazione con Cristina Rizzo costumi Maria Carmela Milano animazione 3D Alessandro Rosa violoncello Viola Mattioni promozione Carlotta Garlanda, Elena Lamberti produzione santasangre 2011 co-produzione Romaeuropa Festival, Centrale Fies, Fabbrica Europa, Festival delle Colline Torinesi con il sostegno del Programma Cultura della Commissione Europea progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, OperaEstate Festival con il contributo della Regione Lazio residenze Kollatino Underground Foto di Umberto Costamagno
SANDRO “ER CICERONE” Agosto 2012
Viè da me Sandro “er corto circuito” e me dice: «Arvà. Deveno da venì du cuggini da Avignone in
Francia e io e Lauretta nun sapemo come movese e andò portalli. Devo da fà da Cicerone! Che
dichi? Che me suggerisci?». «A Sà» faccio io «e che ne sò. Nun li conosco. Nun sò manco
come ‘a penzeno e che je pò piacè. Che te dico? Bocio? ‘Ntanto, a seconno dè l’ora che
ariveno, porteli a magnà. Anche a casa tua tanto p’arispagnà. E poi prova a fà parlà loro e fatte
dì che je piacerebbe fà e andò je piacerebbe annà. Roma è ‘n pozzo dè meravije! Eppoi a Sà,
mica sarebbe male faje fa ‘n giro pè li lotti d’ ‘a Garbatella. Questa è casa tua! Tu, come me,ce
sei nato e l’ha conoschi bene! Hai voja te a faje vede» «Si Arvà. Li soliti Cesaroni, ‘a funtana dè
Carlotta, Piazza Sapeto…ma questi che cazzo ne sanno dè Carlotta?» «
Senti Sà. Io ciò sapevo che prima me chiedevi e doppo voi fà come te pare!. Io nun dico che je
devi da fa vede solo ‘a Garbatella ma, per esempio, si ariveno dè sera, nun sarebbe sbajato che
je facessi fa un giro dopo cena.
Eppoi: lassa perde li Cesaroni che cò noi nun cianno tanto da spartì.
Ma scherzi? Me chiedi andò li porti a la Garbante? Li porti a P.zza Benedetto Brin, ar Lotto 1, a
faje vede a lapide de re Pippetto che dice che ner 20 innaugurò tutto. Eppoi: l’Arberghi, er
Palladium, ‘a Scola Cesare Battisti, Sant’Eurosia cò ‘a Chiesoletta e via Paradisi, er Lotto 24 che
è ‘n gioiello, P.zza Masdea, l’Asilo de li cacca e piscia e le Catacombe dè Commodilla nell’ex
Parco Serafini dè via Giovannipoli, eccetera, eccetera…però, dà retta, senti loro e poi decidi».
- Se lassassimo così. M’era parzo soddisfatto. Pareva come l’avessi aiutato a respirà.
Aspettavo anzioso pure io pè sapè com’era annata. Ecchetechè ariva. E dice:
«allora Arvà. Pè primo: li cuggini sò du ricchi che nun cacceno ‘na lira manco a ammazzalli.
Seconno: appena scesi a Fiumicino l’avemo portati a pranzo ar mare. Saranno pure perzone de
curtura, ma quanno che magneno fanno schifo! Sò peggio de li servaggi!
Magneno facenno ‘n casino de rumori. E nun ce crederai: io me so vergognato!
Poi uno di due, Pascale, come diceva de chiamasse lui, me dice: «Dove ci porti?».
«Beh...annamo andò ve pare. Potemo annà ar Museo, come se chiama? Nun me ricordo...»
«Ar Maxxi?», domannò Matteo, l’artro Cuggino. «Io Arvà, preso a la sprovista, cò è fette de li
piedi che già staveno in allarme, smiccio Lauretta p’avè ‘n riscontro cò lo sguardo. Avuto er
giudizzio de mi moije e rivorto a tutti e due, ricordannome quelo che m’avevi suggerito te, je fò
cò l’aria da primo ministro: “l’unico Museo che dovete da vede prima de parti’ e ce voranno ‘n par
de giorni pè vede tutto, è ‘a Città Giardino, l’ex Concordia o Remunia, oggi Garbatella.
C’è ‘n sacco da vede: er Palladium, che è ‘n’ Opera d’arte e che cià puro l’Unversità, Piazza
Benedetto Brin co’ a lapide der Re, quanno che ha innaugurato ‘a Garbatella ner 1920, ‘a
Funtana de Carlotta, che chi nun beve l’acqua dè Carlotta è ‘n gran…lassamo perde, ‘a salita
dell’innamorati, Sant’Eurosia, andò giocavamo all’Oratorio cò Padre Guido, la Casa dei Bimbi,
cioè er cacca e…arilassamo perde”. Inzomma Arvà. Te dovrei da bacià. Un successone!
Contenti da morì! Hanno fatto centinaia dè fotografie, firmati, riprese sonore cor microfono cor
quale commentaveno le foto e i firmini. Hanno fotografato puro un Ristoratore e li du Cochi.
Hanno poi detto che pubblicheranno tutto su ‘na loro Rivista che pubbricheno a Avignone.
E che ne parleranno puro a ‘na Tv privata che è de loro due. E parleranno puro de te Arvà
perché j’ho detto che scrivi li Racconti Garbati pè l’Associazzione Curturale Garbatella.
Arvà. E’ stato ‘n tale successo che m’annerebbe de invità a Roma certi parenti ricchi dè Lauretta
e faje puro a loro da Cicerone. Faje vedè stà meravija che è la Garbatella che te devo da dì, me
fanno un male boja e fette, ma puro io l’ho vista pe ’a prima vorta e finarmente come se deve…»
Alvaro Cardarelli
DAL 14 AL 19 FEBBRAIO 2012
dal martedì al sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
La storia di Valerio Verbano, liberamente tratta da il libro di Carla Verbano con Alessandro Capponi
di e con Alessandra Magrini
Valerio Verbano, diciannove anni, il 22 Febbraio 1980, viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca, nella sua casa di Montesacro, un quartiere di Roma. I genitori sono imbavagliati e legati nella stanza accanto, Valerio, vicino all’area dell’Autonomia Operaia, stava compilando un dossier che dimostrava i collegamenti tra alcuni gruppi di estrema destra e gli apparati statali.
TEATRO AMBRA ALLA GARBATELLA
Piazza Giovanni da Triora, 15
Tel. 06.811.739.00
www.ambraallagarbatella.eu | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Informazioni e prenotazioni
Dal martedi al sabato dalle 10.00 alle 13.00, dalle 18.00 alle 21.00, domenica dalle 15.00 alle 19.00. È accettata la prenotazione telefonica. È obbligatorio ritirare il biglietto il giorno precedente lo spettacolo. Sono previste riduzioni per il possessore dell’abbonamento che ha già utilizzato il tagliando presso il teatro o che ha esaurito gli ingressi previsti e per n.1 accompagnatore compatibilmente con le disponibilità del teatro.
ROMANISTA PER AMORE!
Marzo 2011
Era parecchio che nun vedevo Sandro “er corto circuito”. Omo inteliggente e preparato su mòrte
cose. Lazziale doc ma nun eccessivo. Tifoso onesto e attaccato “ai valori lazziali”, come dice lui.
“Finarmente”, je dico nun appena ‘o vedo. “Finarmente Arvà”, m’arisponne abbracciannome.
“Come mai sei sparito?”, domanno. “Tutto bbene?”. “Si Arvà. Tuttobene, tranne ‘n fatto”. Capisco
subbito che se deve da sfogà e je dico; “montamo ‘ndà maghina mia e annamese a pià ‘n caffè.
Così me dichi tutto. Si te và dè parlanne, s’intenne”. “Si me và! Anzi ce n’ho bisogno!”.
Dopo poco erimio a tu per tu. Je fò: ”daje Sà, sfoghete. Dimme tutto”.
“Nun è facile. Nun è ‘na cosa grave. Ho sbajato! Ma n’omo a da esse sempre ‘n’omo Arvà”.
“Si vabbè” je fò pè consolallo. “Quarche vorta pò capità che pè ‘n motivo, magara che ce pare
futile, sbajamo! Semo dè carne ‘a Sà e nisuno dè noi somija a ‘n Santo. O no?”. “Si, è vero, ma
questa nun riesco a diggerilla! Nun ‘a manno giù!”. “A Sà, pè piacere, me voi comincià a ariccontà
o prima te voi fà ‘n piantarello…”. “Si, si. T’aricconto. Eccome nun t’aricconto? Però Arvà me devi
da promette che nun me pii ‘n giro e che nun ‘o dichi a nisuno”. “Promesso Sà!”, “Allora. ‘A storia
cià inizzio da quanno, da ‘n par de mesi, ho cominciato a frequentà l‘Azienda andò lavora mi
Cugino Fausto, che tu conoschi. Fausto lì è ‘na persona ‘mportante. E’ ‘n Capo ‘nzomma. Annavo,
piavo ‘n caffè cò Fausto e poi me ne tornavo ‘ndietro. Un giorno mi Cuggino decide dè famme
visità l’Azienda e, tra l’artri posti, me porta drento ar Call Center, andò lavoreno ‘na quindicina tra
regazzi e regazze. E lì scoppia er dramma. Te vedo una bella, cor viso perfetto e er fisico
mozzafiato, che pè dije bella ce voleveno tre ‘nzieme. Hai presente Sharon Stone Arvà’? Dè più,
dè più! Simpatica, me soride quanno che m’avvicino, allunga ‘a mano destra e mentre che strigne
a mia, cò ‘na voce ‘mpostata come ‘n’attrice, me sospira ‘n faccia: ‘molto piacere, Vanda’. Arvà. Da
quer minuto nun ho capito più gnente! Me sò ‘nformato da Fausto si chi era, si era sposata,
fidanzata. ‘Nzomma: ho finito dè vive! L’aspettavo quanno usciva. La invitavo in continuazione. Me
facevo ‘a barba tutti li giorni Dù palle Arvà!”. ”Ma ‘nzomma a Sà. Si ho capito bbene, stà Vanda nun
te se filava pè gnente e te seguitavi a ‘nziste!”. “Si. Ho ‘nzistito tanto e me ne vergognavo puro. Era
‘a prima vorta che beccavo ‘na scuffia così! Poi ‘a svorta fatale! ‘A fine mia Arvà! “ “T’ha detto dè
lassalla perde? “. “Ma magara! M’ha risposto dè si doppo tante vòrte che l’invitavo a cena!”
“Embè? Era quelo che volevi o no’? ” “Si che ‘o volevo e prima d’annà a l’appuntamento m’ero
giurato c’avrei sfonnato a tutti li costi e che nun l’avrei perza mai e poi mai e pè tutto l’oro der
monno!.” “Eureka” strillo io preso da ‘na botta de contentezza. “Aspetta Arvà, amico mio. Aspetta.
Che adesso ariva er peggio! Quanno prima t’ho detto che n’omo deve da esse sempre ‘n’omo,
ciavevo ‘n motivo. Senti mò. A cena paremio dù piccioncini. Ciùcciù e ciucciù. Sorisetti, voce de lei
affatata. Poi ‘a traggedia! ‘A l’improviso me chiede:.’Di che partito sei? Di destra o di sinistra? ‘.
“Nun ce penzo ‘n’attimo e dico:“ma io nun faccio politica. Me ‘nteressa poco”. Va bene!,
m’arisponne. ‘Ma quali sono i tuoi interessi? La Cultura? Il calcio? Già. Ma di che squadra sei?
Io tifo Roma’ “me fà”. A casa mia tifano tutti Roma. Mio padre, mio nonno, i miei fratelli. Pensa che
mio padre ha la fotografia di Totti a capo al letto. E a me fà morire De Rossi. Questi poveri
sdrucinati di laziali mi fanno pure pena. Anche tu tifi Roma vero?”. ”Arvà ero gelato! Pè ‘n’attimo
me sò sentito morì! L’ho guardata in silenzio cò ‘a bocca secca. Bella. Era bella come…come ‘n
dipinto! E, sempre guardannola nell’occhi, j’ho detto: ‘ma perché ciò ‘a faccia dà lazziale? A me me
piaceno da morì Pizzarro e Vucinic!’ A quer punto m’ho sò ritrovato abbraccicato a me e piagneva
come ‘n pupo. “A Sà” jò detto “e mò nun esaggerà. Hai detto ‘na bucia e puro nà cazzata”. Poi pè
consolallo ho provato cò ‘a frase fatta: “l’importante n’a vita è l’amore. L’amore pè ‘na donna è tutto
a stò monno! Ahò. Ma perchè seguiti a piagne come ‘n disperato? A vòi fà finita si o nò? “. “E’ finita
Arvà. SI. E’ finita! M’ha lassato! E ‘ndovina perché?” “E che ne sò a Sà. Dimmelo te, daje!”
“Perché ha svagato che sò Lazziale”. E io, nun sapenno che fà, l’ho abbraccicato de novo e j’ho
detto: ”Sandro mio. ‘Na donna dè meno e ‘n Lazziale aritrovato”.
Ma vattene! Er Lazziale, “legato ai valori lazziali”, come dice lui, chissà che avrebbe dato pè potè
strillà: Forza Romaaaa…
Alvaro Cardarelli
Roma e 'a Garbatella
“A Clà, ma te che sbavi pè Roma
puro si nun sei romano,
che faressi si te spostassero lontano?”
Claudio arisponne:
“Io nun me sentirebbe più romano
e invece dè stà alegro qui a Roma mia
m’aritroverebbe pieno dè nostargia.
E te Arvà come faressi senza Roma?".
"Io? Senza er Colosseo e er Campidojo
e 'a Garbatella cò l’amichi mia
e li spaghetti a ajo e ojo
e ‘a carbonara de Mamma mia?
Me mancherebbe 'a Chiesoletta
'a Fontana dè Carlotta
er Lotto 'ndò sò nato
e andove dà piccolo ho giocato.
Io nun vivo senza Roma e 'a Garbatella!
Anzi me stufa puro stanne 'a parlà.
Pare che fanne parola a me me dia
’n gran magone e tanta melanconia”
Alvaro Cardarelli
Mercoledi 25 maggio Ore 18:30 presso il
CAFFE LETTERARIO
Via Ostiense 95 Roma
ROMA : MISTERI E ITINERARI INSOLITI TRA REALTA' E LEGGENDA
Estratti dalla prefazione di Walter Veltroni: “Hanno ragione gli autori, un viaggio a Roma è il percorso iniziatico per eccellenza … comparata da alcuni a Babele, questa città unica al mondo, ha la capacità di metabolizzare qualsiasi apporto, di masticare tutto, rendendolo simile e parte di se stessa. Ne risulta un intreccio di linguaggi, una densità culturale che richiede un filo rosso, una vera e propria iniziazione, per essere compresa.”
La guida è disponibile presso le librerie:
ARION TIBURTINA
Via Tiburtina, 543
FELTRINELLI ARGENTINA
Largo di Torre Argentina 5
FELTRINELLI COLONNA
Centro Commerciale Colonna, 31/35
FELTRINELLI INTERNATIONAL
Via V. Emanuele Orlando 84
FELTRINELLI LIBIA
Viale Libia, 186
LIBRERIA ALL'OLIMPICO
Piazza Gentile da Fabriano, 16
LIBRERIA DEL VIAGGIATORE
Via del Pellegrino 78
LIBRERIA L'ARGONAUTA
Via Reggio Emilia, 89
LIBRERIA PONTE MILVIO
Via Riano, 15
ODRADEK LA LIBRERIA
Via dei Banchi Vecc hi, 57
e presso i principali siti web di vendita libri online (ibs, libreriauniversitaria, Feltrinelli ecc..)
PER ULTERIORI INFORMAZIONI CONTATTARE FRANCESCA BROCCHETTA AL NUMERO 3478899814
Dal 3 al 27 marzo
Antù SpazioTeatro OFF presenta
Ritratto di Signora
Una rassegna interamente dedicata all’universo femminile. Quattro donne, quattro icone dell’arte e della cultura nel mondo: Azar Nafisi, resa famosa dal suo best seller Leggere Lolita a Teheran, Alda Merini, con il suo Tormento delle figure, Frida Kahlo, con la profonda introspezione dei suoi autoritratti e Diane Arbus, con la forza evocatrice dei suoi scatti.
Quattro diversi percorsi artistici, lontani nel tempo e nello spazio, per un medesimo approdo: la delicata arte, tutta femminile, di saper coniugare identità e differenza.
Dal 3 al 27 marzo, quattro giovani attrici (Giulia Adami, Francesca Romana De Berardis, Cristina Giannatasio ed Elisa Pavolini) e tre giovani registi (Annalisa Biancofiore, Daniele Grassetti e Mario Schittzer) porteranno in scena ad Antù SpazioTeatro OFF studi e monologhi tratti dalle opere e dalla vita di queste eccezionali figure femminili.
Dal giovedì alla domenica. Ore 20:45. Biglietto singolo: € 8. Abbonamento ai quattro spettacoli: € 25.
Programmazione:
-Dal 3 al 6 marzo: “Lolita a Teheran: Omaggio ad Azar Nafisi” di Cristina Giannattasio e Mario Schittzer. Regia di Mario Schittzer, con Cristina Giannattasio.
-Dal 10 al 13 marzo: “en los brasos de su hermana: Omaggio a Frida Kahlo” di Giulia Adami. Regia di Annalisa Biancofiore, con Giulia Adami.
-Dal 17 al 20 marzo: “Il Tormento delle figure: Omaggio ad Alda Merini” di Elisa Pavolini. Regia di Mario Schittzer, con Elisa Pavolini.
-Dal 24 al 27 marzo: “Chi può dirmi chi sono? Omaggio a Diane Arbus” di Francesca De Berardis. Regia di Daniele Grassetti, con Francesca De Berardis, Daph Mereu, Marco Paparella.
Comunicati singoli spettacoli:
Dal 3 al 6 marzo
Lolita a Teheran
Omaggio ad Azar Nafisi
di Cristina Giannattasio e Mario Schittzer. Regia di Mario Schittzer, con Cristina Giannattasio.
“Un giorno di primavera mi accorsi di non esistere”. Così Azar Nafisi descrive la sua condizione di insegnante e di donna nella Repubblica Islamica dell’Iran.
In un regime che costringe le donne a diventare sue complici, a compiacersi del proprio corpo mortificato, giocare a non esistere è l’unica strategia di sopravvivenza.
Niente rimane fuori dal velo se non una ciocca di capelli. Ribelle come Lolita.
Lo spettacolo, liberamente ispirato al romanzo autobiografico della Nafisi “Leggere Lolita a Teheran”, racconta con eleganza lo sconosciuto mondo del “sottovelo”, fatto di colori e sorrisi, di piccole e grandi gioie quotidiane. “Dobbiamo ringraziare la Repubblica Islamica dell’Iran di averci trasformato in oggetti del desiderio tutte le cose che davamo prima per scontate”.
Dal 10 al 13 marzo
En los brasos de su hermana
Omaggio a Frida Kahlo
di Giulia Adami. Regia di Annalisa Biancofiore, con Giulia Adami.
“Niente vale più della risata e del disprezzo. È necessario ridere e abbandonarsi. Essere crudeli e leggeri”. Così Frida Kahlo, semplicemente, esorcizza il dolore e i suoi effetti irreparabili. Un’esuberanza lontana dall’immagine di sfinge ieratica tramandata nei suoi dipinti.
In scena un omaggio alla pittrice, ai colori accesi del suo autoritratto più intimo, nel più lungo istante della sua vita. Il doppio tradimento, attraverso gli occhi di sua sorella.
Dal 17 al 20 marzo
Il Tormento delle figure
Omaggio ad Alda Merini
di Elisa Pavolini. Regia di Mario Schittzer, con Elisa Pavolini
Una vita ricca e dolorosa, nella quale hanno trovato spazio l’arte, il manicomio, la follia, la scrittura, la depressione. Ha vissuto e goduto fino in fondo, con la leggerezza e l’ironia di chi sa di potersi rifugiare, sempre, nella poesia. “Trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo”. Ha assaporato il gusto dell’esistenza, leccando il dolore e la gioia, il diprezzo e la fatica. Per questo, forse, è così capace di parlare d’Amore.
Il breve racconto “Il tormento delle figure” è un viaggio che attraversa l’anima; un flusso di coscienza poetico e razionale, logico e disarmante, che ci conduce fra gli amori, veri o presunti, della poetessa. Forse di ognuno di noi.
Dal 24 al 27 marzo
Chi può dirmi chi sono?
Omaggio a Diane Arbus
di Francesca De Berardis. Regia di Daniele Grassetti, con Francesca De Berardis, Daph Mereu, Marco Paparella.
“Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici.”Diane Arbus.
L’esigenza di questo studio nasce dal desiderio d’esplorare il mondo che emerge dagli scatti della Arbus. Un mondo fatto di realtà differenti ai confini della società.
È uno studio sul contatto con l'altro, il diverso, per poter arrivare in qualche modo al nucleo oscuro e nascosto che ognuno di noi ha nel profondo.
Più che la vita di questa donna eclettica e fragile, andremo a esplorare l'eredità che in qualche modo ci ha lasciato. I motivi di una ricerca umana e artistica che accomuna tutti noi. “Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto. Mi metto a posto io.”
Antù SpazioTeatro OFF, via Libetta 15/c. Dal giovedì alla domenica. Ore 20:45. Biglietto singolo: € 8. Abbonamento ai quattro spettacoli: € 25.
Per maggiori informazioni:
Tel: 0681107625 Sito: www.antu.it